giovedì 2 luglio 2009

Il viale delle carrube








Quando il traghetto o l'aliscafo, arrivavano all'altezza della Madonnina nello stretto di Messina, alzando gli occhi verso le colline sopra la città, si poteva scorgere la casa rosa, non sò se si vede ancora. Era un casale molto antico nel quale ho passato i primi 10 anni della mia vita. Per arrivarci, (oltre ad attraversare la città) bisognava passare sotto un enorme filare di alberi di carrube, erano piante enormi stracolmi di bacche e la strada si chiamava appunto salita carrubara. Dopo uno stradone polveroso che si snodava in salita, cominciavano degli enormi gradini larghi e sconnessi ai lati dei quali si trovavano delle piante di gelso bianco alternate con delle piante di fichi d'india dai frutti colorati e gustosi, per raccoglierli, solitamente i grandi mettevano le latte vuote dei pelati, inchiodate a testa in giù su una lunga canna, così il frutto si poteva raccogliere senza pungersi, che favola mangiarli con il pane. Per terra c'erano dei meravigliosi gerani rossi con i quali ricordo io e le mie amiche d'infanzia, giocavamo alle signore, incollandoci con la saliva i petali sulle unghie. Salendo sempre più in sù facevano bella mostra di se delle piante grasse, le cui foglie a forma di spada, finivano con un'enorme spina dura che ogni qualvolta ci si pungeva, faceva male per giorni. C'erano poi delle piante di spina santa con i fiorellini rossi, le donne raccontavano che le spine rappresentavano la corona di Gesù Cristo mentre i fiorellini, le gocce di sangue che gli scendevano dalla fronte. Avvicinandosi alla casa spiccavano due cespuglioni di margherite bianche, stupendi! La casetta era semplice, niente di particolare tipiche case del dopoguerra magari mancavano i confort moderni, l'acqua non era in casa, ma quanto calore emanavano quelle quattro mura. Davanti c'era una grande veranda, dalla quale si godeva un meraviglioso panorama a perdita d'occhio, le coste calabresi sembrava si potessero toccare, che bellezza! Si vedeva il tipico duomo di Messina, le navi attraccate al porto, il mare limpido, con tutti quei colori, sembrava un'acquarello immortalato su un quadro da un gran pittore. Cosa pagherei per rivedere quei luoghi semplici ma magici, come li vedevo una volta, con gli occhi allegri e spensierati di bambina. Che tristezza pensare quei momenti poveri ma ricchi di magia!

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