lunedì 15 novembre 2010

Lago d'inverno


L'inverno avrà il suo fascino, ma ogni tanto, anzi spesso da un senso di malinconia, un'irrefrenabile voglia di dolce far niente, d'accordo la legna che arde nel caminetto, le caldarroste, il caldo tepore di una coperta che avvolge con il suo tepore, tutto questo crea senz'altro un'atmosfera, tenera e romantica, ma girando pagina, che tristezza! Quando piove, non posso nemmeno andare nella mia meta preferita.
Ogni volta che ne ho la possibilità, ho l'abitudine di rilassarmi su una delle tante panchine che costeggiano il lago di Lecco. Me ne sto lì, in silenzio e in solitudine, riflettendo assorta nei miei pensieri. Osservo l'acqua, che con i suoi colori invernali indolente infrange le sue piccole onde, sui bordi in cemento corrosi dal tempo, emette come dei piccoli suoni e mi fa compagnia. Tutto sembra triste, ma non lo è.
Tutt'intorno è tranquillo e rilassante, persino i gabbiani con i loro voli, danno al paesaggio, un'alone colmo di suggestione e di magia. Non è il lago d'inverno o l'atmosfera che crea a portare tristezza, questa quando c'è, viene dall'interno, ce l'hai nell'anima e se non la strappi tu, nessuna magia te ne può liberare, e in inverno, è tanto difficile, non aiuta nemmeno il tempo.

martedì 2 novembre 2010

Dolore infinito.


Il tempo non aiuta certo a risollevare il morale, l'acqua che scende rovinosamente dal cielo come un fiume di lacrime, rende ancora di più questo mese di novembre, tremendamente triste. Cosa può risollevare il morale, nulla!
E' detto il mese dei morti, oltre a rammentare chi non c'è più, è come un ritorno all'amore, con tutti i ricordi e l'amore che chi ci ha lasciati ci ha dato, buono o cattivo che sia stato. Quanto si soffre quando muore qualcuno molto caro al nostro cuore!
La loro scomparsa e sempre un dolore sordo, che fa male e toglie il respiro. Riaffiorano alla mente i piccoli gesti, le parole, le piccole discussioni, le consuetudini, per cui, quando la persona amata muore, è un'angoscia senza fine.
La perdita prematura di mia sorella Maria Vittoria, ha lasciato nel mio cuore una ferita profonda, insanabile, col tempo si torna alla vita di tutti i giorni, ma con la consapevolezza, che niente sarà più come prima.
La scomparsa di mio padre dopo, mi ha frastornata, non è mai stato presente e non ha mai fatto parte del mio mondo, ma la sua morte, mi ha addolorata perchè mi ha privata per sempre della speranza che forse un giorno avrei goduto della sua presenza nella mia vita, ed invece non sarà più così.
In questi momenti capisco, che l'unica cosa che conta nella vita, è l'amore che si può dare agli altri, siano essi parenti o amici e che essere gentili e pazienti conviene sempre, perchè poi quando non si è più, è sempre troppo tardi.

lunedì 1 novembre 2010

L'insicurezza



Mi sono chieste mille volte che cos'è questo malessere che mi assale all'improvviso, mi sembra che abbiano diviso la terra ed io mi trovo dalla parte sbagliata.
A volte un senso di solitudine mi invade dentro, fisicamente ci sono, sono presente, ma i miei pensieri, navigano chissà dove, vorrei volare, ma poi ritorno nella mia solitudine.
Il mio cervello è come un turbinio di foglie secche che girano attorno, sollevate dal vento, ma perchè sono così? Perchè permetto alla malinconia di rovinarmi l'esistenza con pensieri che non sono da persona intelligente, quando invece io mi sono dichiarata sempre tale! Le mie insicurezze saltano sempre fuori all'improvviso e vanno a vanificare tutti i miei sforzi, di sembrare una persona serena e per certi versi anche felice.
Si cerca sempre di fare programmi per il futuro, come se la vita fosse eterna e si dice che chi pensa al futuro, non sa vivere il presente, io sono peggio perchè non vedo ne il presente, ne il futuro, ma sogno sempre il mio passato, non per la qualità della vita che conducevo, che per certi versi era normale, ma per la mia gioventù, che è sparita nelle pieghe di un tempo che non tornerà mai più. Vivere solitamente, significa imparare a buttarsi con coraggio e riuscire ad affrontare il tempo che inesorabile passa, ormai avrei dovuto superare questa fase, ed aver maturato una certa sicurezza, invece ancora non riesco a metabolizzare, che la vita è una, viverla al meglio e goderla fino infondo. Questa teoria è facile a dirsi, ma come metterla in pratica? Ho come la sensazione che mi manchi qualche cosa e la mia età biologica, mal si sposa con il cervello che va da tutt'altra parte. Forse perchè sono una sognatrice incallita e riesco ancora a rifugiarmi nei miei sogni, anche ad occhi aperti, nella speranza che qualche volta non mi svegli di colpo, cadendo pesantemente nella realtà, nella vita vera, nella vita che conta, l'unica che devo decidermi a percorrere