lunedì 24 agosto 2015

RICORDI DI UN CICCIO BELLO

Spolverare quasi giornalmente è d'obbligo e noioso ma bisogna farlo. Spostando i vari giocattoli di un tempo dei miei bambini, ho preso fra le mani un sonnecchioso e storico ciccio bello, apparteneva a mia figlia Katia, quel bambolotto con il vestitino azzurro, ha una sua piccola storia. Tornando con la memoria, indietro nel tempo a quasi trentacinque anni fa, ricordo che sfaccendavo in cucina, quando dalla porta entrò mia figlia piangente, le chiesi cosa fosse successo, e lei fra le lacrime mi disse: mammina ero seduta sulle scale con Fiorella e Giovanna, volevo provare a tenere il ciccio bello, ma mi hanno detto che solo le amiche lo potevano fare e quindi solo loro due non io che non ritenevano un'amica. Da madre, inutile dire quanto ci rimasi male, erano cattiverie di bambini, ma che ugualmente non riuscivo a sopportare. Mi diedi una riordinata, chiesi a mio marito di badare ai tre piccoli e con il motorino girai mezza Lecco, non riuscii a trovare il bambolotto, era sabato, tardi, e quasi chiusura dei negozi. Di corsa andai in un paesino vicino, "Pescarenico" passai in rassegna tutti i suoi negozi e negozietti, fino a quando vidi un bugigattolo che stava per chiudere, entrai di corsa e chiesi al negoziante se avesse un ciccio bello, rispose: signora è fortunata, stavo per chiudere ed ho l'ultimo bambolotto.Ricordo ancora il costo, 20 mila lire. Soddisfatta lo acquistai e di corsa tornai a casa, aperto la scatola, vidi il visetto della mia bambina, aveva gli occhi sbarrati dalla sorpresa, lo strinse felice, ed io con una punta di maligna soddisfazione, la feci sedere ancora sui gradini fuori di casa. In verità erano tempi in cui le entrate erano abbastanza, ma ugualmente dediti al risparmio ed alla parsimonia, ma gli occhietti felici della mia bambina, mi ripagarono di quel piccolo sacrificio e poi: quanta soddisfazione........nei confronti delle due.......scimmiette!!!!!

sabato 4 luglio 2015

ERA IL PRIMO AMORE.......................

Si dice che il primo amore non si scorda mai, forse è vero, ma resta comunque il ricordo, un pezzettino di esperienza da aggiungere, agli altri pezzi del puzzle della vita. Conobbi Angelo per caso, come accade solitamente, fu simpatia reciproca a prima vista, giovanissimi, io solo diciassette anni, niente esperienza e nessuna notizia su cosa fosse la parola amore, gioventù per quanto moderna, ma si può dire di altri tempi. Angelo era quello che in un piccolo paese, non passava inosservato, ricco, alto, bello, biondo, con due occhi verdi in cui ci si perdeva, da parte mia però non ero da meno, (modestia a parte), ero graziosissima, anche io con una massa di capelli biondo cenere, di una lunghezza imbarazzante, occhi verdi, e sempre sorridente, ero nuova del paese, e quindi non suscitai tanta simpatia nelle ragazze così dette da marito, mi guardavano con una palese antipatia, appena arrivata, avevo tolto la speranza a tante mie coetanee, ma l'amore non si sceglie, o c'è o non c'è, e pensavo lui fosse il mio principe azzurro, eravamo una bella coppia, spesso ci prendevano per fratelli, stessi occhi e stesso colore di capelli, eravamo innamorati, (almeno ne ero certa), ma come succede, il mio carattere aperto, solare, comunicativo, presto cominciò ad andargli stretto, mostrando una gelosia da incubo, le sue scenate divennero giornaliere, non potevo nemmeno respirare, avere delle amicizie, uscire se non con lui, un disastro! Le gioie erano tante, ma le lacrime molte di più, e dopo un lasciarsi e prendersi, per una serie di peripezie, dopo un suo immeritato ceffone, decisi di lasciarlo, piansi parecchio, lo sognavo, ma il supporto amorevole di mia madre, mi aiutò a venirne fuori. dopo parecchio tempo, svoltai la mia vita, sposandomi, e davanti al comune dove stavo per sposarmi civilmente, vi trovai lui, nervoso ed alterato, mi disse che non potevo fare quel passo importante e che era solo un dispetto nei suoi confronti, lo assicurai di no! Non ci si sposa per la vita solo per un dispetto, quando si rese conto che non scherzavo, diventò cattivo e mi maledisse, le sue parole le ricordo ancora adesso: mi stai facendo del male, ma ti auguro in questo matrimonio di non essere felice, devi soffrire come sto soffrendo io. Quelle parole sono certa che non furono dette con il cuore, ma ugualmente il mio matrimonio, fu un susseguirsi di malattie e di disgrazie (di mio marito). Lo rividi dopo quindici anni, mi abbracciò, era palesemente commosso, ma più sereno, mi sussurrò: ti ho sempre amata, tu sei moglie e madre, io nel tuo ricordo, non sono riuscito a farmi una famiglia. Ci siamo visti sporadicamente, al funerale dei suoi fratelli, al suo ricovero ospedaliero, lo vedevo come un vecchio amico. Poco tempo fa, mi chiamò al cellulare, ciao (mi disse) tutto bene? Io e mia sorella vorremmo tanto vederti, vieni a farci visita? Certo risposi, appena si calma questo caldo infernale, verrò volentieri, ti voglio bene, mi sussurrò prima di chiudere. Ricevetti in seguito la telefonata di sua nipote, Ciao Assunta, ti devo dare una brutta notizia, Angelo ci ha lasciati improvvisamente, restai senza parole, non era possibile, gli avevo parlato al telefono pochi giorni prima, mi sembrò strano al suo funerale, osservavo quella bara dal legno chiaro, e non riuscivo a pensare che dentro ci fosse un pezzetto della mia vita, il mio passaggio da ragazza spensierata a donna con una famiglia. Angelo è stato indubbiamente il mio primo amore, lo ricorderò sempre, ma non come colui che non c'è più, ma come era una volta, bello, alto, biondo, con due occhi verdi nei quali in un'altra vita mi specchiavo.