mercoledì 31 agosto 2011

Ne basta uno vero



Continuo nella convinzione, che un'amico è quanto di più bello possa capitare nella vita di ognuno. Sa ascoltare e ti accetta così come sei, trova sempre il tempo per stare con te, ed anche se ho sempre asserito che la vita è bella a prescindere, con un amico è bella ancora di più, è sincero, non  tradisce mai, ed averne uno è come ricevere un grande e prezioso regalo.
Ironicamente potrei dire: cosa voglio di più dalla vita? Il coro risponderebbe: un lucano!
No! Non voglio un lucano, mi basta il mio carissimo e grande amico!

sabato 13 agosto 2011

BUON COMPLEANNO ASSUNTA



Ultima serata di festa paesana, sotto casa si stanno divertendo, sgambettando a suon di liscio. Essendo sabato c'è il pienone, la gente vuole divertirsi, lasciando a casa i vari problemi giornalieri. Io i miei me li porto dietro, alla vigilia del mio onomastico-compleanno, come una stupida mi vado ad ammalare, faringite, febbre alta e mal di gola incorporato. Che tristezza! Non c'è come stare male, per far scendere il morale infondo ai piedi, constatare che in pista ballano beati a suon di tanghi e valzer, mentre io in casa ballo dai brividi per la febbre, bhè! Un po' girano, sono quasi invidiosa. Fra due giorni come dicevo sarà ancora una volta il mio onomastico-compleanno sono nata a ferragosto, ho provato a fermare il treno del tempo, ho cercato di scendere in corsa, ho persino cercato di festeggiarlo ogni due anni, niente da fare! Gli anni passano imperterriti ed incuranti. Come vorrei tornar bambina e ricominciare daccapo, qualcuno dirà: bella forza ha scoperto l'acqua calda, è scontata ma io ci provo sempre. Che rabbia quando dicono, gli anni che passano sono i più belli, gli anni d'argento sono sfavillanti, pieni di esperienza, saggezza e conoscenza della vita, questo è soltanto filosofia della mutua, mi piacerebbe tanto conoscere chi ha inventato queste storie del cavolo. La campana che ha appena segnato 62, non ho fatto in tempo a farci l'abitudine, che ecco ne scandisce 63, quasi quasi a quella campana toglierei il batacchio. Praticamente ci sono tre componenti scollegati: il cervello che vuole divertirsi perchè giovane, il cuore che non vuol saperne di andare in pensione, mentre dulcis in fundo, è il corpo che cerca di essere il più coerente possibile con l'età, perde un po' di tono quà e la, l'acciacco che puntualmente arriva, l'artrosi, i reumatismi, diciamo per "parare"sono mali di stagione, un piffero mali di stagione! Sono segni dell'autunno della vita che avanza.
Coraggio Assunta! Goditi anche questa festa e non ne parliamo più fino al prossimo anno!

giovedì 17 febbraio 2011

Un fantasma in carne ed ossa.


Episodi lontani della mia fanciullezza, ogni tanto ritornano ad invadere il campo dei miei ricordi. Quanti anni sono passati! Si può benissimo dire una vita intera. Rammento ad esempio in collegio, i lunghi corridoi adiacenti alle camerate, si chiamavano "corridorelli" erano appunto una sequela di bidè uno accanto all'altro che servivano per il pediluvio serale, mentre di fronte sotto dei lunghissimi specchi, si trovavano lavandini chilometrici con file di decine di rubinetti. I lunghi lavabi erano due, uno per ogni camerata, e poi tre bagni con relativa porta dove dentro erano posizionati i water e dei bidè per lavarsi in completa privacy. I due lunghissimi lavabi erano divisi da una porta che immetteva direttamente in uno dei corridoi che poi andavano alle varie aule scolastiche e di fronte erano le stanzette dove dormivano le suore. Una notte, io che aprivo la lunga fila di lettini, quindi ero accanto alla porta che dava appunto nel corridorello, dovendo andare in bagno, mi alzai e con tantissima paura, rasentando il muro entrai in una delle porte che davano nel bagno vero e proprio, non accesi la luce, perchè erroneamente avevo la sensazione di sentirmi più sicura al buio. Abbassai le mie mutandine e mi sedetti su quello che pensavo fosse il water, le gambe mi si paralizzarono, il cuore comincio ad andare per conto suo, la voce si congelò in gola senza emettere nessun suono, praticamente mi ero saduta in qualche cosa di morbido e molliccio che mi fece rabbrividire, all'improvviso urlai come una pazza e la cosa molliccia urlò con me, correndo rifeci la strada andandomi a cacciare sotto le coperte del mio letto e coprendomi anche la testa dimenticai persino che mi scappava la pipì, mentre un'ombra sgattaiolava fuori dalla porta che immette nei corridoi dove dormivano le suore. Si accesero le luci e la suora della camerata (madre Crocifissa) usci dalla sua tenda per vedere cosa stesse succedendo, Assunta! Cosa succede? Madre le dissi terrorizzata, mi sono seduta al buio su qualche cosa di enorme e molliccio, accese le luci e in bagno non c'era anima viva.
Vattene a letto e non dire sciocchezze! Mi apostrofò in malo modo. Non riuscii più a dormire, mentalmente mi passai in rassegna tutti i sederi delle suore che dormivano sulla stesso piano ed ero più che certa, che era Madre Anna Maria, perchè era l'unica che aveva un di dietro da fare invidia alle mammone africane, un mappamondo enorme che sembrava due mezze lune piene, doveva essere per forza lei, perchè mi ero seduta su un qualche cosa che sembrava una mongolfiera. Nessuno mi credette, ed io non dissi più nulla, però sono certa che quella notte, mi sedetti sopra alla grassa e corpulenta Madre Anna Maria, la pianista del coro, che aveva avuto la mia stessa idea di far pipì, senza accendere la luce.