sabato 30 maggio 2009

Così disse Charlie Chaplin.


Un giorno senza sorriso è un giorno perduto!!!!!!!!!!!!

Ed io aggiungo:

Se sorridi alla vita, lei ti sorriderà!

I cuccioli di casa e la bisnonna.




Un paffuto morettino è entrato nella mia vita,

due giovanotti con gli occhioni azzurri gli han fatto compagnia,

e dal momento che c'era ancora spazio,

si è fatto posto per un altro bambino,

con tutti questi cuccioli, il mio vivere tranquillo è stato scosso

per ultimo e non ultimo, li ha raggiunti un rosso.

La piccola nidiata ora però è finita,
queste sono le gioie più grandi della vita!!!!!!!!
Assunta S.

venerdì 29 maggio 2009

Ieri, oggi, domani W la scuola.


I miei nipotini Lorenzo e Riccardo, dormono spesso da me, e quando accade sfrattano dal lettone il nonno che viene esiliato in cameretta. Quando ci mettiamo tutti e tre sotto le coperte, prima di far la nanna, vogliono sempre che io racconti qualche cosa. Ieri sera mi hanno chiesto: nonna ci racconti com'era la scuola quando andavi tu? Questa richiesta mi riportò alla mente vecchi ricordi ormai passati, quando nei lontani anni 50, frequentavo le elementari a Messina. La mia scuola si chiamava, "Dina e Clarenza" in onore di due eroine messinesi che come narra la storia, con il loro coraggio salvarono Messina dall'invasione delle truppe di Carlo D'Angiò, quando si resero conto che stavano per essere assaltati, salirono sul campanile e suonarono le campane chiamando il popolo alla difesa della città, ma questa è un'altra storia. Tornando ai miei nipotini, raccontai tutto ciò che ricordavo della mia vecchia cara scuola. Prima di tutto bisognava entrare tutti con il grembiulino rigorosamente nero con un grande fiocco bianco davanti, i banchi enormi e a due posti, erano di colore grigio con il piano nero e non avevano niente di allegro, in mezzo ad ogni banco, c'era un buco che conteneva il "calamaio"dove si intingeva il pennino per scrivere. I maestri erano molto severi e in aula si stava in assoluto silenzio. I bambini più monelli che non ubbidivano, ricevevano bacchettate sulle mani o venivano messi anche in castigo dietro la lavagna. Non c'erano gite costose, visite nei teatri o nei musei, ma al massimo proiettavano un film ogni tanto del quale dopo dovevamo fare il riassunto. In poche parole, una volta la scuola era un mondo a parte dove s'imparava veramente, e i maestri non erano contestati da nessuno. Dopo un breve silenzio, Lorenzo che mi ascoltava a bocca aperta, mi disse: ma nonna, allora e meglio la scuola di adesso! Non credo, gli risposi, perchè la scuola di una volta era severa, ma insegnava il rispetto e i valori importanti della vita che purtroppo mancano nella scuola moderna . Troppo severi ieri, niente oggi, come al solito, ci vuole sempre la via di mezzo!!!!!!!!!!

mercoledì 27 maggio 2009

Pisolino pomeridiano,









Fa molto caldo e nella penombra del mio salotto, ad occhi chiusi sulla mia poltrona preferita, vado indietro nel tempo, ad un altro caldo, quello della mia Sicilia. Nel periodo estivo, la mamma era solita farci dormire il pomeriggio e per stare più freschi, metteva i materassi per terra. Io e mio fratello, facevamo di tutto fuorchè dormire, ci solleticavamo, ci facevamo i versacci, ogni scusa era buona per ridere, fin quando la mia mamma spazientita ci sculacciava a dovere e quindi poi si dormiva tranquilli, questa era storia di quasi tutti i giorni. La mia sorellina invece era piccolissima e quindi riposava nel suo lettino. Al risveglio, dopo la merenda, la mamma si sedeva davanti all'uscio di casa per lavorare all'uncinetto e noi attorno seduti nelle nostre seggioline imparavamo da lei a lavorare. L'arte dell'uncinetto era estesa anche a mio fratello, nonostante fosse maschietto aveva imparato a fare chilometri e chilometri di catenelle. Quando poi la mia mamma rientrava in casa per preparare la cena, ci dava il permesso di giocare, allora ci riunivamo con i compagni vicini di casa e si decideva quale gioco fare. "Giochiamo agli indiani e le femmine fanno le prigioniere", A noi femminucce ci legavano ad un albero e poi i vigliacchi se ne andavano nel prato vicino casa a giocare al pallone. Brutti maschilisti! Però sono riusciti ad imbrogliarci una volta sola e poi non ci siamo cascate più. Che nostalgia!!

Andrea, LUCIANO, Simone.










Il fusto con i fustini al seguito.



martedì 26 maggio 2009

La carica delle rane.








Dopo cena, ho finito di rassettare la mia cucina e riflettendo sulle moderne tecnologie di cui è dotata, il mio pensiero è volato via lontano a quando bimba abitavo in Sicilia e precisamente a Messina. Ricordo un'altra cucina, molto modesta ma calda ed accogliente. Era una grande stanza dove sopra un vecchio mobile campeggiava uno dei primi fornelli a gas del dopoguerra. Accanto c'era una ghiacciaia, in legno all'esterno e alluminio all'interno, funzionava soltanto introducendo del ghiaccio, che bisognava comprare giornalmente. Acquistarlo toccava quasi sempre a noi bambini, che correvamo a rotta di collo giù per la campagna. Eravamo sempre un gruppetto di cinque o sei monelli pieni di allegria. Lungo la strada, dovevamo giocoforza passare davanti ad una enorme roggia ricolma d'acqua dove gracidava e saltellava, un'enorme quantità di rane. Con le latte vuote dei pelati inchiodate su delle lunghe canne, raccoglievamo una ad una le povere rane e le infilavamo in una sacca, poi arrivati al negozietto del ghiaccio dopo averlo acquistato, pagato e avvolto il una tela, si riprendeva la strada del ritorno, ed è quì che impiegavamo le rane, ogni porta aperta e in ogni finestra spalancata gettavamo dentro due o tre rane, poi ci nascondavamo aspettando. In verità l'attesa era sempre breve, perchè all'improvviso le donne atterrite correvano fuori dalle case urlando a squarciagola dalla paura. Noi ridevamo a crepapelle, e quel fuggi fuggi ci divertiva un mondo. Certo dovevamo far finta di niente perchè se avessero capito la provenienza delle rane le legnate sarebbero state assicurate. Le nostre monellate erano divertimenti infantili e ricordo con tanta commozione anche i miei compagni di giochi: Oltre a me e mio fratello c'erano Anna, Paolo, Nunzio, Pippo. Compagni che (sono quasi certa), non rivedrò mai più!

domenica 24 maggio 2009

Adulti golosoni e bugiardi.




Da bambina la mia unica vacanza in una colonia estiva, non è stata un'esperienza che ricordo volentieri. Con un pullman arrivammo a Rometta, un paese sulle colline di Messina, ospiti per tutto il mese dalle suore. Eravamo divise in gruppi e per ogni gruppo c'era una "signorina". Passavamo le giornate fra canti, giochi e lunghe passeggiate per le vie cittadine, in rigorosa fila indiana. La domenica venivano a trovarci i genitori e appunto in una di queste visite, ad una mia compagna di stanza portarono dei dolcetti che lei ripose all'interno del suo comodino. Al ritorno dalla solita passeggiata, andai verso la porta della camerata ma la trovai chiusa a chiave.Spinta dalla curiosità di bambina, guardai attraverso il buco della serratura, vedevo perfettamente il letto della mia compagna, dov'era seduta comodamente la nostra signorina, una zitella non tanto giovane e anche rotondetta che aveva sulle gambe la scatola dei dolciumi non suoi e se li gustava beata. Sorridendo mi allontanai e tornai a giocare. Nel pomeriggio, quando la mia compagna aprì il suo comodino, scoppiò a piangere, dicendo che le avevano rubato gran parte dei dolci. La suora ci fece mettere tutte in fila e incominciò a inveire contro noi bambine, dicendo che rubare è peccato e voleva sapere chi fosse stato. Io continuavo a cantilenare come una stupida, io lo sòo, io lo sòo, al che la superiora mi prese per un braccio e strattonandomi in malo modo, mi intimò di parlare. Con grande soddisfazione di bambina ingenua dissi: è stata la signorina della mia camerata, l'ho vista con i miei occhi. Dal momento che mi hanno insegnato a dir sempre la verità, la mia mi sembrò una grande prodezza, ma mi ricredetti subito, perchè mi arrivò un sonoro ceffone dalla suora, con quelle sue mani grosse e callose, mi fece vedere le stelle di giorno. Raccontò poi l'accaduto alla signorina in questione, la quale arrivò dandomi della bugiarda davanti a tutti e mi mollò un altro bel ceffone. Per essere stata sincera, andai a letto in castigo e con la faccia gonfia. Inutile dire che il resto del soggiorno fu per me un inferno, mi trattarono male perchè nessuno credette alle mie parole. Il colmo fu quando alla chiusura della colonia di ritorno a Messina, mi si avvicinò la signorina golosona e mi disse: per questa volta ti perdono. Capito? Lei perdonava me! Bonta sua!!!!!





Sono tornate le rondini.




Mentre mi apprestavo ad apparecchiare per il pranzo, sentii sul balcone della cucina dei strani movimenti, mi affacciai e chiamai mio marito: Antonio corri sono tornate! Volteggiando elegantemente nell'aria, erano tornate le rondini. Nei detti popolari le rondini portano la primavera e finchè nidificano sotto il tetto, gli abitanti di quella casa avranno prosperità e salute. Anno dopo anno trovano sempre la strada di casa, quindi sono anche simbolo di fedeltà. Da sotto il mio tetto mancavano da qualche anno e cioè da quando il mio vicino di casa con una lunga canna ha sfondato la serie di nidi sapientemente costruiti, perchè sporcavano aveva detto. Ora sono tornate e pazientemente stanno riparando (per così dire) i loro vecchi appartamenti. Che gioia vederli volteggiare laboriosi attorno alla casa con le pagliuzze nel becco e guardare quei piccoli che aspettano il cibo con quei becchi spalancati, sporcano un pò, in cambio sterminano le zanzare e non è poco. A proposito: le rondini sono tornate, il mio vicino.......è volato in cielo, certo non c'è attinenza fra le due cose e per lui mi è dispiaciuto, però..........

Mia madre! una roccia.



Oggi è una giornata particolarmente triste, il caldo è arrivato in anticipo e la mia mamma non sta bene. La brutta bronchite che l'ha colpita fuori stagione, ha segnato il suo organismo già debole per l'età. Da figlia anche un pò egoista, ho sempre pensato alla mia mamma, come una roccia forte e indistruttibile, ora però comincio a rendermi conto, che la vita è quella ruota che gira in un movimento perfetto senza fermarsi mai. Mentre dorme la guardo con gran dolore, il suo bel viso pallido e coperto da rughe, mi mette l'angoscia, non riesce nemmeno a camminare dalla debolezza, ho quasi la sensazione che si stia lasciando andare lentamente. Io però non mi arrendo e domani la porterò ancora dal dottore, perchè sono certa che se reagisce, può ancora venirne fuori in barba ai suoi 86 anni. Spero di sentirla ancora, quando si arrabbia con la sua poca pazienza inveire in dialetto siciliano o quando racconta storie d'altri tempi in cui crede fermamente perchè superstiziosa convinta. povera mamma, quanti errori con quel suo carattere a volte un pò prepotente e indomabile. Ma lei è forte, mio fratello dice che la nostra mamma non l'ammazza nessuno. Speriamo sia vero!

martedì 19 maggio 2009

Nonno...questo sconosciuto.



Mi sono prefissa di mettere in ordine la cantina, e togliere le tante cose inutili che si ammassano man mano. Mentre mettevo in ordine tutti i vecchi quaderni dei miei figli, con commozione sfogliavo quà e là i loro vecchi compitini di quand'erano all'elementari, in una paginetta c'era un compito: parlate dei vostri nonni. Mentre leggevo mi sono soffermata a pensare a me da bambina, ho sempre sentito la mancanza della figura dei nonni, non ho mai avuto la gioia di essere accompagnata a scuola mano nella mano dal nonno, non ho mai avuto una favola, non ho mai ricevuto, perchè no! Nemmeno un rimprovero. L'unico che ricordo, è stato nonno Mario, il padre della mia mamma, povero nonno! Quasi completamente cieco, era timido e schivo. Era altissimo di statura ed era originario di Palermo. Non usciva quasi mai, eravamo noi che gli facevamo visita la domenica, Parlava poco, da lui ho ereditato gli occhi verdi. Un giorno quando sentì alla radio, che c'era stato un forte terremoto a Palermo dove vivevano i suoi fratelli, pensando al peggio, morì d'infarto dalla paura, era ultra novantenne. Ogni tanto lo penso e dico a me stessa che non ha saputo cogliere l'occasione e la gioia di godersi i nipoti. Certo involontariamente, perchè timido com'era non riusciva nemmeno ad esternare i suoi sentimenti. I nonni sono molto importanti nella vita dei bambini, ed io che ora lo sono, per i miei nipotini ci sarò sempre, donando a loro tutto l'amore che è mancato a me!

La Juve non ha vinto, ma vincerà!




I Nipotini Juventini sono dispiaciuti per non aver vinto il campionato, quindi (per par condition):


VIVA LA JUVENTUS


Che vincerà prossimamente, per la gioia di:


Simone, Andrea, Samuele.

domenica 17 maggio 2009

Orribile! Nessuno li cercherà mai.


Passeggiando su internet, mi sono imbattuta in una notizia che è a dir poco terribile. Dicono che nella città dell'Aquila il 90% degli scantinati erano stati affittati ad extracomunitari, tutte persone clandestine non iscritte a nessuna anagrafe. dopo il terremoto i proprietari, non nè hanno denunciato la presenza perchè appunto non in regola, quindi nessuno li cerca e tantomeno nessuno li piange. Sarà vero che all'Aquila lo sanno tutti e nessuno ne parla? Ci vantiamo di essere un paese dedito al volontariato e alla solidarietà, se questa notizia dovesse essere vera , non saremmo altro che un paese ipocrita e incivile, che ha perso di vista il senso dell'umanità e di questo mi vergogno!

Per Lorenzo e Riccardo, Viva l'Inter




Non ho mai capito perchè si debba correre dietro un pallone per quasi due ore e i tifosi gridare tutto il tempo fino a farsi saltare le tonsille. Però due miei nipotini, Lorenzo e Riccardo, Sin da piccolini, hanno amato l'Inter e siccome ha vinto anche quest'anno lo scudetto, queste righe sono dedicate alla loro gioia.


VIVA INTER Campione d'Italia

sabato 16 maggio 2009

l'Invenzione più bella

Sulla porta della cameretta, i miei ragazzi hanno voluto mettere un cartello e quando l'ho letto mi ha fatto tanta, tanta tenerezza. Il cartello recita così:


Quando Dio si rese conto di non poter fare tutto da solo, inventò la mamma!

Oggi sono in vena di tristezza.





Oggi è il mio anniversario di matrimonio, Il 16 maggio del 1970 alle 11 del mattino sono convolata a nozze. sono passati 39 anni. Anno dopo anno, l'anniversario dovrebbe assumere un'importanza sempre maggiore, con il passare degli anni invece io lo festeggio sempre meno, la vita si allarga a tanti altri problemi e onestamente gli anni che passano, mi fanno lo stesso effetto del compleanno, più passano e più la tristezza nel mio cuore aumenta. penso che la vita pian piano scivola via e non riesco a fermarla, avrei mille cose ancora da fare e da dire e con queste idee (sbagliate nella testa) non riesco a godermi il presente e dopotutto mi dico è solo una data e niente di più.

venerdì 15 maggio 2009

La matita di Dio.


Madre Teresa di Calcutta amava definirsi: una matita nelle mano di Dio, ha lasciato delle massime belle e profonde che fanno riflettere. Eccone alcune.

E' facile amare chi ci sta lontano, difficile è amare chi vive vicino a noi.

Non è necessario fare grandi cose per mostrare un grande amore.

L'amicizia porta un sorriso dove l'amore lascia una lacrima.

Affinchè una lampada continui a bruciare, bisogna sempre aggiungere l'olio.

Il vero amico è quello che ti rimane accanto, quando il resto del mondo se ne va.

Era una piccola donna, ma grande nel dare amore al suo prossimo, ha vissuto tutta la vita al servizio dei poveri, dei malati e degli emarginati, sempre con il sorriso sulle labbra.

giovedì 14 maggio 2009

La mia piccola grande sorella.







Giorni fa parlando con una vicina, le chiesi notizie di sua sorella che sapevo ammalata, mi rispose di non averne, dal momento che non si sono più parlate dopo una banale lite. Ora io dico: perchè il Signore manda il famoso pane a chi non ha i denti? Io avevo una sorella e un male mel'ha tolta, lei ha una sorella e non le parla più, non ci posso credere ma è così. Sin dalla nascita della mia sorellina, (lei era più piccola), siamo sempre state insieme; in collegio o anche quando adolescenti andavamo a ballare, abbiamo sempre condiviso tutto, ci siamo per così dire (separate), soltanto quando per ragioni di lavoro è andata in Svizzera dove poi è rimasta dopo aver conosciuto l'amore della sua vita. Nonostante la lontananza ci si vedeva spesso, eravamo delle sorelle come tante altre, a volte si discuteva e si litigava, ma non durava tanto si faceva sempre pace con un sorriso. Fra le tante cose che mi piacevano di lei, c'erano i suoi capelli ricci, lei invece era innamorata dei miei, lunghi e lisci. era alta e magra con delle meravigliose gambe lunghe, mentre io al contrario, sono stata sempre robusta ed è per questo che ogni volta che andavo a trovarla aveva la mania di mettermi sempre a dieta. Cara la mia sorellina! Amava tanto viaggiare, amava sdraiarsi al sole come una lucertola, ed era sempre elegante. Era una patita dei casinò e del gioco delle carte io la chiamavo scherzosamente fortunella, perchè vinceva spesso. Un giorno mentre scambiavamo due chiacchiere mi disse: quando sarò anziana andrò in un pensionato di lusso dove mi serviranno con i guanti bianchi, pensavo mi prendesse in giro e invece era proprio convinta di ciò che diceva. Io sono stata sempre una sognatrice, diversamente da lei che aveva sempre i piedi ben piantati per terra era una realista ad oltranza, eravamo entrambe esperte di magia, nelle mie mani il denaro spariva, nelle sue invece si moltiplicava, sapeva gestire i soldi come un banchiere, io mi giustificavo e le dicevo che non era merito suo ma soltanto un dono di natura e questo la faceva sorridere e mi diceva: (come sei scema), questa era l'unica parola "brutta" che sapeva dire. Siamo rimaste insieme fino all'ultimo istante della sua breve vita. Ora dovrei dire che una volta avevo una sorella ma non è così, io (ho) ancora una sorella, ed è sempre con me in ogni istante della mia vita.

Sorridere aiuta la vita






Regalare un sorriso non costa nulla, ma arricchisce il cuore di chi lo riceve.

martedì 12 maggio 2009

MATA e GRIFONE, i giganti di Messina



Nel periodo di mezz'agosto, vengono portati per le vie cittadine e dopo posizionati davanti al comune, il gigante e la gigantessa a cavallo, due enormi statue raffiguranti MATA e GRIFONE. La leggenda racconta che Mata era una nobile fanciulla bella e intelligente con un forte carattere. Grifone invece era un saraceno venuto per saccheggiare e depredare. Quando incontrò Mata se ne innamorò ma non riusci a conquistarla, i modi gentili della fanciulla conquistarono a tal punto il saraceno che si convertì al cristianesimo e si trasformò da crudele a pacifico e indulgente cavaliere votato alla giustizia. Così conquistò la fanciulla e finalmente insieme si stabilirono sull'isola ebbero talmente tanti figli che pensarono di fondare la città di Messina. Questa è leggenda.......forse!.

Festa di mezz'agosto










Per il 15 agosto la mia mamma ci portava a vedere la "VARA". Inizialmente, era nato come (carro trionfale) per festeggiare l'entrata di Carlo V a Messina, questo accadeva attorno al 1535. In seguito chiamato (a machina), fu trasformato in carro sacro in onore alla Madonna Assunta. E' forse una delle più antiche macchine festive, che ancora resiste da secoli. E' un susseguirsi di: terra, sole, luna, questi girano, sorreggendo fanciulli vestiti di angioletti, più in alto, il mondo e le stelle e alla fine il Signore che tiene sul palmo della mano la Madonna nella sua salita al cielo. Anticamente, tutte le raffigurazioni erano bambini veri, poi per una serie di incidenti questi furono tolti e sostituiti con angioletti di legno o di cartapesta. Il 15 agosto con lo sparo di alcuni mortaretti parte la Vara tirata al grido di VIVA MARIA, da fadeli scalzi e vestiti di bianco. E' una processione molto suggestiva e commovente, perchè la maggioranza dei tiratori, lo fa per voto o per grande devozione. Tirare è una fatica enorme considerando che pesa circa otto tonnellate, per 14 metri di altezza. Rammento che noi piccoli, per poter vedere qualche cosa della Vara, alcune persone ci mettevano a cavalluccio sulle spalle, ma anche così non riuscivamo a visualizzare il carro per quanto era alto. La sera la festa continua con i fuochi d'artificio sul lungo mare che con i loro colori illuminano la Madonnina che benedice il porto.

giovedì 7 maggio 2009

L'ospedale della paura.




Da bambina quando abitavo in Sicilia, ogni qualvolta uscivo di casa per andare da qualsiasi parte, dovevo giocoforza passare davanti ad un LEBBROSARIO, questa spaventosa parola i bambini moderni sono certa non sanno nemmeno cosa vuol dire. Ricordo quanto fossi terrorizzata passare sempre davanti a quella struttura, dalla paura correvo come il vento, nella mia mente di bambina spaventata, pensavo fossero dei mostri che mi avrebbero rapita e uccisa, erano invece delle persone che per motivi diversi avevano contratto la terribile malattia chiamata lebbra. All'esterno c'erano delle casette, dove abitavano i lebbrosi meno gravi, anzi dicevano anche fossero addirittura guariti. Erano terribili. Nonostante siano passati parecchi anni, non ho mai dimenticato, erano senza naso, ad alcuni mancavano le dita o le orecchie, erano dei poveri esseri martoriati. Tante volte mi sono chiesta perchè tanti esseri umani vivono nella sofferenza più atroce e altri no. Questi sono i veri misteri della vita.

mercoledì 6 maggio 2009

Un rosso importante.



Quando venne al mondo Samuele, ero perplessa, non era biondo, non era moro, ma! udite, udite, era rosso, un bel bombinone rosso. Alla nascita era pelato ma già si vedeva di che colore sarebbe diventato. Ora va già all'asilo, è un bimbo tenerissimo e dolce, adora i cartoni e da piccolissimo a fatto fare a tutti noi un overdose di teletabbis. impazzisce per i giochi elettronici e usa il computer con molta facilità, sprigiona tenerezza da tutti i pori, impossibile non amarlo. E' il piccolo della famiglia, ma guai dirlo a lui, si arrabbia perchè (a suo dire), è un bimbo già grande. Nipotine niente, non importa, l'allegria è assicurata ugualmente.

Doppi sono più belli



Quando mio figlio mi annunciò che sua moglie aspettava un bambino ne fui tanto contenta, perchè sapevo quanto lei lo desiderasse, avevamo in famiglia già due bimbi maschi, Lorenzo e Riccardo, quindi, magari, una famminuccia avrebbe fatto piacere a tutti. Alla prima ecografia, il panico totale, i bambini erano due, dopo i primi attimi di confusione, ci mettemmo tutti a ridere, a distanza di più di trent'anni, avremmo avuto altri due gemelli, la trovavo una cosa magnifica. Quando sono nati Simone ed Andrea onestamente non erano proprio belli, sembravano due ranocchietti rugosi, ma poi come è successo per i miei, all'improvviso sono diventati due bambolotti bellissimi, con due occhioni azzurri come il mare, sembravano usciti da un cartellone pubblicitario. Ora anche per loro il tempo passa, fanno già la prima elementare e continuano ad essere belli come il sole. adorano i cartoni e amano tanto disegnare. Il mio cuore per motivi di affollamento ha dovuto ampliare gli spazi, è diventare molto più grande perchè con amore, li deve contenere tutti.

Auguri e grazie alla mia MAMMA.



Auguri alla mia mamma mai diventata adulta, le avversità della vita l'hanno maltrattata ma mai piegata, non sempre ha saputo gestire la sua vita e di errori ne ha fatti tanti, ma chi non ne fà? Ora ha 86 anni e sono più che sicura che in fondo al cuore è ancora una bimba, che però, non crede più alle favole, e nemmeno ai miracoli. Grazie mamma per avermi cresciuta, ti voglio bene perchè non sei perfetta e fra le tue tante incertezze di una cosa sei sicura, aver amato e continuato ad amare i tuoi figli.

lunedì 4 maggio 2009

L'innocenza non va rubata.




I bambini non si toccano, maledetto chi ne cancella l'innocenza, sono il nostro futuro, RISPETTIAMOLI!





domenica 3 maggio 2009

Il mio corpo di schiena..........Sogno!



Questa sono io appena sveglia, ogni mattina sono magrissima, poi appena alzata apro la porta per una passeggiata, e immadiatamente e inesorabilmente mi gonfio, l'aria mi fa male e quindi, ingrasso.

sabato 2 maggio 2009

Matrimonio di Giorgio, con papà e Luciano.


La mia seconda maternità la presi con filosofia, speriamo sia maschio, dicevo a me stessa, però più passavano i mesi e più diventavo spaventosamente grossa, negli anni 70 non c'erano le tecnologie moderne, così feci una "fetografia", e il mio disappunto fu quando il dottore mi mise al corrente del fatto che i bambini erano due. Inutile dire quanto fossi spaventata, non ci potevo credere, avevo una bimba di appena un anno, e ora mi sarei ritrovata a 24 anni con tre figli, che fare? Cominciai ad entrare nell'ottica di questa nuova condizione ma avevo un pò paura. Quando vennero al mondo i miei gemelli (monozigoti), erano talmente identici che sembravano copiati con la carta carbone. Alla nascita non erano bellissimi, ma in seguito diventarono veramente belli, erano biondi con degli stupendi occhi verdi, non passavano mai inosservati anche perchè erano veramente uguali. Anche per loro la vita è andata avanti, e mi hanno regalato, Luciano (per non farci perdere l'abitudine), altri due gemellini, e Giorgio un Bimbo con i capelli rossi, così anche con il colore siamo completi. Di questi altri tre nipotini, parlerò in seguito, sono una nonna soddisfatta e cerco di essere un valido supporto per i miei figli e rendere con il mio aiuto più completa la vita dei miei nipoti.

Lorenzo, sulla bianca spiaggia di Villa Puzzu.



Quando a 23 anni diventai mamma per la prima volta, mi sentii strana, quando poi mi misero in braccio la mia piccola Katia, scoppiai in un pianto dirotto, non riuscivo a capire quale strana sensazione provassi. Poi immancabilmente la vita corre velocemente, e nel 2001 il miracolo della nascita di Lorenzo, il mio primo nipotino. Era un bimbo tanto bello che me ne innamorai appena venne al mondo, il mio cervello cominciò ad elaborare per lui una miriade di cose, poi mi soffermai un attimo a riflettere, non ero diventata mamma ma nonna, quindi il mio nuovo ruolo era molto importante, ma con discrezione. Lorenzo ora è già in seconda elementare, è un bimbo intelligente e sveglio, adora il calcio e tutto ciò che sa di sport, ad un cartone animato preferisce una partita, e pur di palleggiare prende a calci ogni cosa. E' superfluo dire che lo adoro. Il mio ruolo di nonna però dopo pochi anni si è esteso ad altri bimbi di cui parlerò in seguito.

Riccardo, sulla bianca spiaggia di Villa Puzzu.



Un giorno mia figlia tornando dal lavoro entrò in casa singhiozzando, mi spaventai per quel pianto disperato, mi chiedevo cosa fosse successo, al che rispose fra le lacrime che aspettava un bambino, che era troppo presto, perchè Lorenzo era troppo piccolo, cercai di confortarla, ma non c'erano parole per consolarla, la sua disperazione era palese. questa seconda gravidanza la prese proprio male, ma quando al termine venne al mondo il nuovo bimbo, la sua disperazione passata si trasformò in una immensa gioia. Riccardo era la fotocopia di mia figlia, un bel bambinone con una massa di capelli dritti come spaghettini. Quest'anno andrà in prima elementare, carattere molto diverso dal fratellino, del calcio non gliene frega niente, impazzisce invece per i video giochi e per il mondo dei cartoni. E' un bimbo testardo e molto sicuro di sè, ma è talmente affettuoso e coccolone che non si può far a meno di adorarlo.