sabato 4 luglio 2009

Giorgio, maglietta bianca con l'869



Egoisticamente pensiamo, che solo per il fatto di appartenere al mondo, ci è tutto dovuto. Purtroppo non è così, la vita ci da tanto, alcune volte anche troppo. ma poi all'improvviso, quando meno te l'ho aspetti, chiede il conto e ti toglie tutto e allora ecco che ci si trova impreparati. Questo in sintesi quanto è successo a mio figlio Giorgio. Una bella famiglia, una bella casetta, un lavoro pieno di soddisfazioni, che mancava? Nulla! Nel suo piccolo pezzo di cielo splendeva il sole anche d'inverno. Poi un pomeriggio all'improvviso, come in un incubo da cui vorresti svegliarti ma non puoi, il piccolo cielo si è annerito. Tutto cominciò il 7 luglio 2008, con formicolii strani sotto i piedi, pensavamo fosse stanchezza, però man mano che le ore passavano, il malessere peggiorava, fin quando si trasformò in dolore, in seguito si paralizzarono le gambe. Di corsa alla clinica Gavazzeni di Bergamo, eravamo completamente frastornati, non capivamo cosa stesse succedendo. Dopo il ricovero, è stato tutto un peggioramento, dopo le gambe si paralizzarono le braccia, sul letto era come un burattino a cui avevano tolto i fili. I medici attorno al letto si guardavano in faccia, senza saper spiegare questa improvvisa paralisi. Il lampo di genio, venne ad una dottoressa che prestava servizio all'ospedale di Bergamo e aveva già visto altri casi come quello di Giorgio, la quale ipotizzò si trattasse (della sindrome di Guilen Barrè). Disse che era una grave malattia che si manifastava con paralisi progressiva delle arti, per infiammazione dei nervi. Dopo la diagnosi, si passò subito alla cura, passò giorni terribili, grossi aghi conficcati nei piedi, punture lombari, scosse elettriche, la speranza di tornere a camminare, gli faceva sopportare tutto. Poi all'improvviso il miracolo, dopo la prima flebo, si arrestò la paralisi e cominciò a muovere un'alluce poi le gambe e le braccia fra lo stupore dei medici che non si spiegavano come una malattia tanto grave e lunga nel suo percorso, potesse regredire così velocemente. Dopo qualche giorno lo tasferirono in un'altra struttura per la riabilitazzione. Dopo un mese esatto Giorgio (con le stampelle) era già in piedi. I dottori dissero che il fisico sano, la forza di volontà e la determinazione abbiano dato una grossa mano. Comunque, passando davanti al santuario della Madonna delle Ghiaie, il ringraziamento più grande è per Lei.
Ora, dopo questa esperienza, apprezza le piccole cose di tutti i giorni guardandole con occhi diversi e mi ha detto: mamma, stare in piedi e camminare è meraviglioso! Giorgio è quell' uno ogni 100.000 individui a cui è capitata la brutta esperienza d'aver conosciuto la sindrome di Guilen Barrè!

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