martedì 27 aprile 2010
Cos'è la felicità!
Noi esseri umani, siamo sempre alla ricerca di quelle sensazioni ed emozioni che ci facciano star bene e ci appaghino, in una parola siamo alla ricerca di quello stato emotivo di benessere chiamato felicità.
Io personalmente, non so dare una vera definizione a questa semplice parola e penso che ognuno di noi ha la propria maniera di valutarla. Certo tutti vorremmo essere felici, ma per assurdo spesso essa ci sfugge e noi con caparbietà affannosamente la cerchiamo, però se ci fermassimo un momento a riflettere e riuscissimo a guardarci attorno, scopriremmo che la felicità, tanto cercata e tanto sognata, la possediamo già.
Trovo la felicità nel sorriso dolce e biricchino dei miei nipotini, la vedo nel benessere e nella tranquillità dei miei figli, provo felicità quando mio marito cerca di vivere serenamente, nonostante i malesseri quotidiani e credo che dopo aver attraversato grandi sofferenze si può apprezzare la tanto sognata felicità. Sprigiona felicità, un'amica, arrivata improvvisamente e nonostante non mi conoscesse, ha avuto fiducia in me da subito. Per lo più sono le emozioni che ci fanno gustare il vero senso della vita e ne fanno apprezzare anche le piccole sfumature.
Alcune volte siamo così concentrati a correre da non avere tempo per soffermarci a riflettere e perdiamo la gioia di goderci la felicità delle piccole e semplici cose di tutti i giorni. Essere felici è anche e soprattutto la pace con se stessi e spesso la chiave per esserlo è nascosta dentro di noi, essa spesso ci passa vicino e noi siamo così ciechi da non saperla riconoscere.
Una metafora dice: La felicità, è simile ad una farfalla, se la insegui non riuscirai mai a prenderla, ma se ti siedi tranquillo, può anche posarsi su di te.
Mai parole furono più sagge!!!
venerdì 23 aprile 2010
L'incidente.
Mattino presto! arriva una telefonata, "qui è la clinica, ha la possibilità di venire per la visita di controllo, anche se con poco preavviso?" era abbastanza presto e con il treno mio marito avrebbe raggiunto la clinica in breve tempo. Ti porto io con l'auto gli dissi, ma voleva andare in treno, era l'occasione, come faceva sempre per intrattenersi in stazione con gli ex colleghi ferrovieri e scambiare quattro chiacchiere davanti ad una tazzina di caffè. Prima di uscire mi disse: cosa mi prepari di buono? io scherzosamente lo rimproverai: pensi sempre e soltanto alla pancia. E lui ancora di rimando ridendo: al mio ritorno mi fai trovare la tortiera di alici? Sapeva che brontolavo ma l'avrei accontentato, anche perchè i pesci erano già pronti e puliti. In mattinata, mentre preparavo il pranzo in attesa che tornasse, squillò il telefono, " qui è la clinica" il freddo mi pervase, cosa è successo, mio marito si è forse sentito male? (Fu la prima cosa che mi venne in mente, perchè era successo altre volte che avesse malori improvvisi). No signora non si preoccupi ha avuto un piccolo incidente, l'hanno investito all'uscita della clinica.
Per un attimo il cervello non riuscì a connettere, mi sembrava uno scherzo di cattivo gusto, ma purtroppo era tutto vero. Vedere mio marito al pronto soccorso, tumefatto, con il collare, il piede ingessato e il viso irriconoscibile, gli occhi quasi scomparsi dietro un colore violaceo- nero come se l'avessero massacrato di pugni, mi fece pensare quanto siamo vulnerabili e senza certezze. Poche ore prima sorridente mi chiedeva la tortiera, ed ora anche l'atmosfera serena era sparita. Questo fa proprio riflettere, che il destino infame aspetta sempre dietro l'angolo e colpisce quando meno te lo aspetti. Ora con la forza e la determinazione di sempre, ne verrà fuori, perchè è una quercia, che i venti e le intemperie piegano, ma rimane sempre ancorata saldamente alla terra, proprio come lui che si attacca alla vita e nonostante tutto, va avanti!
lunedì 19 aprile 2010
I gatti palermitani
Come già accennato qualche volta, nella mia vita le amicizie sono state poche, forse perchè l'amicizia come la intendo io è difficile da trovare, o forse perchè non ho avuto la fortuna di trovarla, non saprei. Paradossalmente, ho fatto un'incontro virtuale del tutto casuale. Ho conosciuto un'amica della lontana Palermo e per assurdo in questa maniera di relazionarmi con una persona mai vista, ma soltanto attraverso i messaggi prima e il telefono poi, mi sono ritrovata a condividere con lei le stesse idee e scambiare due chiacchiere ogni volta che si può e questo mi fa tanto tanto piacere. Si parla di tutto, dalla famiglia alle ricette di cucina, dalla sua Palermo, alla mia Bergamo passando a ricordare come era la vecchia Sicilia di quando ci abitavo io. E' come mettere a confronto due maniere di vivere con ambienti e culture diversi, questo lo trovo interessante costruttivo, nonchè piacevole.
In una delle nostre chiacchierate, mi ha confidato che è disperata per i mici che vivono in casa sua. Tutto è cominciato con la sua Asia che fatta la (fuitina) è tornata dopo un po, haimè, incinta. Dopo la famiglia è aumentata e giustamente i problemi sono cominciati a farsi seri, non si può star dietro a tanti micetti, che poi crescendo hanno seguito le orme di mamma Asia, portando a loro volta altri micetti e come una sorta di catena di Sat'Antonio. Certo, i gatti sono una piacevole compagnia e a modo loro sanno affezionarsi e amare. Questi nostri amici pelosi hanno la loro individualità, che li rende unici in tutte le razze, soprattutto da piccoli, sono dei batuffoli morbidi, che viene spontaneo coccolare e accarezzare, ma quando cominciano ad essere tanti nascono anche dei problemi. E' difficile trovare famiglie disposte ad accoglierli con amore e poi si soffre pensando che vadano a finir male. Insomma un sacco di problemi che danno pensieri. Io ne so qualche cosa, avevo un gattone siamese-persiano (Bonny) e quando dopo 19 anni di convivenza mi ha lasciata, ho sofferto così tanto che mai più entreranno mici a casa mia. Speriamo che la mia amica, risolva nella miglior maniera possibile, perchè dar via quei piccoli pelosetti piumini è davvero doloroso.
venerdì 16 aprile 2010
Eccellente ricettina
Non alzarti troppo tardi la mattina, guardati allo specchio e sorridi alla tua immagine e di a te stessa: BUONGIORNO! Così sarai allenata per dirlo anche agli altri e se conosci gli ingredienti del sole, puoi preparare una ricetta tu stessa, proprio come un pranzo quotidiano. Prendi una dose abbondante di bontà, aggiungi una bella dose di pazienza e non dimenticare un pizzico di umorismo, ti servirà per digerire gli insuccessi.
giovedì 15 aprile 2010
Tipi di sberle.
la vita dei bimbi moderni, scorre forse meno bella della nostra figli di un tempo che fu, però per lo meno hanno meno sculacciate. Ora si parla di sgridate, di castighi che per la maggior parte non vengono mai eseguiti. Ma una volta, vuoi perchè io personalmente ero uno spiritello, vuoi perchè con la mia vivacità uscivo sempre dal seminato, insomma una ne pensavo e cento ne combinavo, quindi le sculacciate, erano all'ordine del giorno e da notare che non esisteva nemmeno il telefono azzurro a cui potersi appellare. La mia mamma, quando non ne poteva più (praticamente sempre) per non farsi male, usava suonarmele con un cucchiaio di legno, che mi faceva venire i brividi soltanto a vederlo, ma non mi faceva desistere da essere vivace fino allo sfinimento.
Ricordo che in Sicilia e precisamente a Messina, c'era l'abitudine di dare un nomigniolo ai vari schiaffoni. c'era ad esempio: a tumpulata, a zinzula, a scoccia i coddu, u lampiuni, a moffa, l'ippula. Praticamente lo schiaffo prendeva il nome a seconda di come si dava, ma sempre schiaffo era. Certo che ora a ricordare questi buffi nomignoli in dialetto, mi metto a ridere, ma allora quando le prendevo....................
domenica 11 aprile 2010
14 lunghi anni.
Marzo porta fiori delicati, colori gioiosi, fresca energia e vita.
Questo mese dicono che sia un pò pazzo, per via del suo carattere un pò instabile e indeciso, però merita davvero di essere accolto come uno dei simboli della primavera.
Da 14 anni per me marzo rappresenta il dolore, il lutto, la tristeza che si è abbattuta sui nostri cuori. Certo la vita ha continuato il suo normale corso, però non è più la stessa cosa di prima. Io personalmente alterno momenti di allegria a momenti di tristezza infinita e alcuni giorni ancora adesso, la disperazione mi chiude la gola, come se volesse soffocarmi. Tutto questo ha un nome. Maria Vittoria! Ancora oggi a distanza di 14 lunghi anni, nominarti è la cosa più naturale del mondo. Per assurdo non ho ancora assimilato che non ci sei più. Quando penso a te, tengo i miei ragionamenti sul vago, come sospesi per aria, come se tutto appartenesse a un sogno, che purtroppo non è. Il 25 marzo è il compleanno del nostro Riccardo, il 28 è il compleanno del tuo Michel e poi nello stesso mese, fra queste date gioiose, c'è quella della tua assurda lontananza. Che dirti sorella adorata, il mio cuore è con te, vedi? Mi sono emancipata, ora ho familiarizzato anche con il computer e ogni tanto ricordo che tu hai regalato a tuo figlio il P.C. quando soltanto pochi eletti lo possedevano. Quanto eri severa! Ma a me non la davi a bere, adoravi quel figlio e avevi per lui tutte le attenzioni che una grande madre ha verso i suoi figli e nella severità facevi per lui anche l'impossibile. Non potrò mai dimenticarti, come potrei! Vorrebbe dire dimenticarmi di un pezzo di me stessa, perchè questo tu sei, un pezzo della mia anima, del mio cuore. Buona notte sorellina e se qualche volta dico qualche cosa che non gradisci, non brontolare come al solito, perchè io come al solito ti dirò: hei rispetto! Sono la maggiore.
lunedì 5 aprile 2010
La sceneggiata.
Stamani, sono andata presto da mia figlia per darle una mano nel preparare il pranzo per le cavallette che da li a poco sarebbero arrivate per pranzare e passare qualche ora in serena compagnia. Il piccolo Riccardo dopo una nottata di febbre altissima dormiva ancora. Lorenzo il maggiore, si stava cimentando, nel colorare le uova come segna posto.
Da li a poco dal piano superiore, che è il reparto notte, si sentì scendere dalle scale, era Riccardo che assonnato e rosso per la temperatura elevata, si era appena svegliato. Dopo un po di coccole, è arrivata l'ora dell'antibiotico. La pillola essendo grossa mia figlia l'ha spezzettata in quattro parti e con un bicchiere di latte si presentò davanti al bambino, ed ecco la sceneggiata:
mamma non voglio perchè mi affogo, Katia insiste e lui imperterrito: ho detto no! Aiuto non voglio morire, sei una ammazza bambini cattiva, mi vuoi affogare ti odio. Mi avvicinai per convincerlo che l'antibiotico gli avrebbe fatto bene, niente! messo in bocca il primo pezzo, fra gli urli l'ha sputato, aiuto sto soffocando, sto morendo! Mi veniva da ridere, ma sarebbe stato peggio. La mamma gli ha risposto: muori dopo prima devi mandare giù l'antibiotico, niente da fare! Pazientemente sua madre ha frantumato su un cucchiaio i pezzettini di antibiotico, ma non c'era verso. Se non la finisci con queste storie, ti metterò in collegio, siiii, mettimi in collegio ribatteva come un forsennato, almeno non mi danno pillole schifose E continuava nelle sue grida, voglio andare dalla nonna, dopo un po: voglio andare in collegio, non torno più quì con te, mi vuoi soffocare. Insomma, dopo che si è bagnato completamente con il latte e l'acqua, l'ha cambiato e ha provato a sciogliergli un nuovo antibiotico nell'acqua. era amarissimo, ma per non dar soddisfazioni, l'ha tranguggiato in un attimo e ha detto : è squisitissimo! Fra i singhiozzi si è poi dato una calmata e si è allungato sul divano. Fine della sceneggiata, non ci potevo credere, ha fatto l'inferno e più gridava, più non riusciva a respirare, le tonsille purulente gli dovevano fare un gran male.
Dopo un pò mi dispiaceva vederlo singhiozzare e quindi lo presi in braccio per consolarlo e lui: nonna ora che ho mandato giù la medicina, tirerà fuori la spada e bucherà il pus delle tonsille, certo gli risposi e lui ancora: ma poi dove va il pus? E' giallo quindi farò la cacca gialla, ma no gli dissi e Lorenzo: sssseee! vorrei vederti con la cacca gialla, ma non fare lo stupido. Ci siamo messi a ridere a crepapelle. Cose dell'altro mondo! La giornata era appena cominciata!
sabato 3 aprile 2010
Auguri a tutti!
Ancora Pasqua!
Quante Pasque! Anno dopo anno si sono susseguite, sempre uguali e pur sempre diverse. Se dovessi mettere in fila tutte le feste pasquali della mia vita, le ricorderei quasi tutte o per lo meno le più importanti e le più significative le ho impresse tutte nella mente. Quelle trascorse spensierata a Messina, quelle religiosissime del collegio di Como, alcune nella veste di adulta e mamma, ed ora con i miei nipotini. Certo lo spirito non è più quello di una volta, ed ogni tanto vado fuori strada, ma Gesù lo incontro spesso, devo per forza incontrarlo. Per certi versi mi è venuto incontro in svariate vesti e non sempre l'ho riconosciuto. Non sempre ho saputo capire quello che mi diceva. Ma lui è grande e mi capisce e in questa Santa Pasqua di resurrezione, vorrei trovare il giusto equilibrio che in questi ultimi tempi mi è venuto a mancare. Vorrei riavere le mie certezze, la mia fiducia, la mia serenità. Certo non posso chiedere tutte queste cose in una volta, solo per me stessa, perchè avrei alcuni desideri più importanti, la tranquillità per i miei cari, la salute e la continuità dell'armonia nella mia famiglia. Sto ricadendo ancora nell'egoismo, chiedere sempre! Ma prima o poi dovrò cominciare a dare
E' giusto così!
Dopo questo preambolo di lamentele, basta il trillo del telefono e una buona notizia, ed ecco che il cielo si tinge di blu e la pioggia che scende copiosa, sembra un'insieme di gocce di rugiada preziosa.
Mi è stato detto che dopo circa due anni di polvere e desolazione, al deposito cimiteriale, mio padre è stato degnamente sepolto, fra gli uomini illustri di Messina, ed ecco il trafiletto:
TANO CIMAROSA, TORNA FRA "GLI UOMINI ILLUSTRI"
DI MESSINA: DEGNA SEPOLTURA PER IL CELEBRE ATTORE!
Ora mi sento meglio! E sono certa che anche lui è felice, perchè questo era il suo sogno, essere sepolto nella sua amata Messina.
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