martedì 10 agosto 2010

La grande rabbia.





Il caldo soffocante mi proibisce di dormire, passo da una terrazza all'altra, senza trovare refrigerio.
Guardando il cielo, non riesco nemmeno a contare le stelle, sono tutte sparite sotto la cappa di calore che non fa respirare. Ecco che arrivano i pensieri, ne ero certa! I ricordi sono quelli che più mi attanagliano e mi martellano nel cervello. Lo immaginavo che appena avrei lasciate libere le miei cellule grige, sarebbero subito corse al ricordo di lei. Chissà perchè, mi viene in mente questa parentesi triste della mia vita da collegiale, ed ora che mia sorella non c'è più e ancora più triste e malinconica.
Era passato appena qualche mese da quando eravamo arrivate dalla lontana Sicilia. Il collegio di Como era per noi due (io e mia sorella) un'esperienza nuova che ci aveva frastornate entrambe. Una mattina dopo colazione, eravamo in cortile ad aspettare l'appello per entrare ognuno nelle rispettive aule. Io come al solito guardavo dalla parte delle piccole delle elementari, per vedere la mia sorellina, vederla mi avrebbe rinfrancata per tutto il giorno. Non c'era! cominciai a cercarla con lo sguardo senza vederla da nessuna parte. D'istinto, sollevai lo sguardo verso quelle che erano le finestre del dormitorio e la vidi, là! Dietro i vetri piangente e disperata. Qualche cosa di bianco le copriva i suoi meravigliosi riccioli castani. Scappai di corsa fuori dal cortile, salendo i gradini a quattro a quattro, entrai nel dormitorio e la vidi ancora dietro i vetri. La chiamai e quando si girò, mi resi conto che quelle che aveva in testa erano le sue mutandine, le chiesi cosa fosse successo e lei fra le lacrime mi disse che gliele aveva messe in testa la suora ancora bagnate, perchè si era fatta la pipì addosso, per mortificarla davanti alle altre compagne. Era diperata per la vergogna. L'abbracciai cercando di consolarla. La rabbia, anzi la collera tremenda che mi assalì, non la so descrivere, l'impulso fu di picchiare quell'arrogante ed insulsa suora, che fra l'altro era pure piccola e brutta, ma non potevo, avrei rischiato di farle diventare antipatica ancora di più la mia piccolina che hai suoi occhi aveva il torto come me, di essere meridionale. Quell'episodio, non l'ho mai dimenticato e nemmeno la mia sorellina. In tutti i miei anni di collegio, non rivolsi mai più la parola a quella monaca, che si definiva una serva del Signore, invece era cattiva e altamente razzista e non si faceva scrupolo di farlo notare e quando lo diceva, aveva quel risolino da ebete, che mi faceva tanto arrabbiare. Quel ricordo e l' amara mortificazione di quel dolce angioletto, i suoi meravigliosi occhi pieni di lacrime che trasparivano tutta la sua disperazione e la sua tristezza, sopratutto ora che non c'è più, mi fa ancora piangere calde lacrime e mi fa sembrare quel brutto capitolo della nostra vita, ancora più triste e pieno di malinconia! Cerco di cancellare quegli amari momenti, perchè so che mi fanno ancora male, ma non è facile, ogni tanto da un angolino della mia memoria ritornano, ed io li ricordo, come se fosse successo ieri.
Certo magari un castigo per insegnare va anche bene, ma mortificare in quella maniera così cattiva, una bimba di sei anni e per di più in un ambiente nuovo, lontana dalle sue abitudini e dal suo paese, io non lo concepivo allora e non lo concepisco nemmeno adesso!

4 commenti:

Lucia ha detto...

Non ci sono giustificazioni a tale gesto !!!!Le violenze verso i minori ,non sono solo quelle fisiche che sentiamo ai giorni nostri, forse le violenze pscologiche , sono le più atroci , perchè lasciano segni peggiori di quelli corporali .Un adulto forse al tuo posto avrebbe preso la bimba ed in quelle condizioni l'avrebbe portata al cospetto della madre superiore ,per vedere che giustificazione avrebbe dato a quel gesto sconsiderato.Consolati Assunta , oggi Maria Vittoria ha trovato pace e sicuramente in Paradiso , avrà perdonato quella "piccola e brutta suora ", che magari pentita piange in un angolino dell'Inferno

Spirito Libero ha detto...

Amica cara, che consolazione le tue parole. Le ho apprezzate più di una carezza. Mia sorella era buona come un'angelo sin da bambina e crescendo è diventata una gran signora. L'eleganza della sua anima le traspariva da tutti i pori. Grazie!

Silvano ha detto...

Di queste "brave" suore, il mondo è pieno. Davanti agli occhi degli uomini, pregano, fanno carità , fanno le sante donne... opss.. Le "sante" suore! Iddio le ha già premiate per le loro atrocità e cattiverie. Dio vede dove l'uomo non vede.
Ti abbraccio stretta stretta carissima Assunta.
Silvano

mimmo scuncia ha detto...

Anch'ioho subito l'umiliazione dello schiaffo in prima elementare,
utto per avere giro il viso verso la finestra che dava all'esterno, mentre il matro spiegata. Uno schiafo sonoro che si è stampato sul viso lasciando l'impronta delle dita.Ho pianto tanto che è stata chiamata qulla santa donna di mia madre. Mi ha portato via e mi ha cambiato di classe. Un ricordo indelebile: Dpo 73 anni lo ricordo come se fosse avvenuto ieri.Nel tuo racconto ho rivissuto la mia cocente umiliazione. ciao