Sto percorrendo la strada che dall'ospedale porta a casa, rifletto, da tempo ormai, la mia vita è tutta un riflettere, diamo tutto per scontato, vivere bene, respirare, cercare sempre di farsi largo magari complicandoci la vita, mai a nessuno viene in mente che l'esistenza è un dono, usufruire del respiro stesso è un dono e prima o poi, ne paghiamo il conto. Il mio quotidiano è sempre stato all'insegna della famiglia e dell'amore per i miei cari, dopo nemmeno due anni di matrimonio, mio marito si è ammalato, e da allora è stata tutta una strada irta e difficile, ospedali, sale operatorie, attese interminabili in sale d'aspetto tristi e grigie, una vita di malattie e dispiaceri senza tregua, ma la fibra forte e l'attaccamento alla vita di mio marito superava ogni ostacolo, ci permetteva di vivere una vita il più serena possibile, ora però il destino ha detto basta, la gravità del suo male, si è stancata di concedergli altro tempo, il coma lo trattiene ancora in vita, aspettando un riposo meritato dopo anni ed anni di dolore.
Antonio (così si chiama mio marito), è una persona normale, dedito alla famiglia e gran lavoratore, i miei perchè sono tanti, perchè lui? Perchè questo accanimento crudele, non ha mai fatto male a nessuno e per la sua esistenza, ha pagato un conto salatissimo, ma il destino è questo, cattivo e crudele. Ora posso dire soltanto che riesca a trovare quel riposo di cui è stato privato dalla sorte beffarda e che io riesca a vedere il suo viso rilassato, senza quella smorfia di dolore che gli ha segnato quasi tutta l'esistenza.
giovedì 10 maggio 2018
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